Jana Vodesil ringrazia

janaPubblichiamo il testo inviatoci dalla associazione Australia/Italia e destinato alla stampa australiana, sulla presenza dell’artista Jana Vodesil a ScarpatettiArte.

Jana Vodesil-Baruffi was born in Czech Republic and in 1981 she emigrated to Australia. She has been interested in art since childhood. She became a successful artist living in Perth, Western Australia. In 1987 she held her first solo exhibition in Australia. The 5th exhibition she hold in October 2008.
Since April 2009 Jana is traveling throughout Italy, painting as well as enjoying the history, culture, art, music, architecture, fashion, food and art and generally absorbing the Italian lifestyle.
She has began the year in Italy running a successful art tour for art lovers and students from Australia. 27 people traveled to paint and share Jana’s love of Italy.
Currently she is staying in Tresivio, a small village very close to Sondrio. She admires the mountains, wonderfully friendly people and local lifestyle.
Last weekend Jana participated in Scarpatetti art festival in Sondrio. It has been a joyful weekend, meeting other artists, artisans and many wonderful people who came to admire the art.
She felt extremely privileged to be given such an opportunity to show her art and it has been certainly the highlight of her travels so far.
She is preparing for solo exhibition in Arezzo in October and later in her travels in Sondrio. In addition she is also getting ready to exhibit with the gallery in New York in 2001 as well as showing her Italian love affair works in Perth late in 2010.

Yara Da Silva chiude in bellezza ScarpatettiArte


SONDRIO – Un grande successo personale ha riscosso, domenica sera, la cantante di jazz brasiliano Yara Da Silva che ha chiuso alla grande, con la sua band, ScarpatettiArte. Nella kermesse, dedicata alle arti figurative, la musica di cultura ha infatti  giocato un ruolo di primo piano: jazz, blues, temi classici di Lennon & Mc Cartney, tango argentino per fisarmonica, temi della musica popolare brasiliana e della tradizione partenopea, tutti sullo stesso piano, con uguale dignità e con grande rispetto per le origini di ogni genere. “Il piacere di fare musica assieme, con amore e bellezza” nello spirito del grande Caetano Veloso che ama tutti questi generi musicali e li ripropone ogni volta con un gusto raffinato e inconfondibile. Questa è stata l’aria respirata tra sabato e domenica per le vie e le corti dell’antico quartiere sondriese. Tutto questo è stato regalato dalla grande Yara Da Silva, cantante di notevole temperamento, che ha proposto i temi immortali di Tom Jobim con le parole del poeta Vinicius De Moraes, amico del nostro Ungaretti e della Vanoni. Ebbene, domenica, sotto un cielo limpido e una leggera brezza estiva serale, la voce recitante di Marina Martinelli, brava attrice del Quadrato Magico, ha dato forma italiana ai testi di Vinicius e di Chico Buarque, da Corcovado a Wave (l’onda), dalla Ragazza di Ipanema alla famosa “Que serà” capolavoro dell’impegno anche politico, che ha valso l’esilio a Chico, sotto il regime dei colonnelli. Dopo la lettura di ogni poesia tradotta, Yara Da Silva ha cantato quei temi immortali creando atmosfere che solo un’artista del suo calibro sa dare: grande trasporto, moltissima ironia e una voce modulata, capace di dipingere le atmosfere e i momenti più tragici intervallati alla felicità, mai gridata perché pervasa sempre da una leggera tristezza (la saudade) tutta brasiliana. Musica della vita, dell’amore, della morte, ma anche dell’allegria espressa dal carnevale. Una grande forma d’arte per una voce potente,  scura, da contralto puro, che si illumina a sprazzi di timbri colorati. A supportare la jazz singer, una band formata da europei e brasiliani, come il percussionista di Bahia Bené Moreira, che viene dalle scuole di samba di Sao Paulo e dalle orchestre di Oswaldo Montinegro e Sombrasul, poi, alle percussioni “leggere” Paolo Dell’Agostino che ha seguito un workshop al pomeriggio con Moreira, il flautista siciliano Mimmo Ricotta docente di musica in provincia, uno specialista dell’emissione continua e del fraseggio con la voce sovrapposta allo strumento. Un effetto da brivido assicurato. Quindi, fedele partner della cantante in tante esibizioni in Italia e all’estero, il pianista Paco Garro, allievo e seguace di Sivuca, che ama visceralmente Horace Silver (e si sente), ma anche Egberto Gismonti e Hermeto Paschoal. La “garra” nelle lingue latine è l’artiglio del rapace: così si muovono le sue dita sulla tastiera, pronte a catturare note dissonanti e spesso martellanti, come vuole la tradizione della salsa e del samba-jazz da Sergio Mendes a Joao Donato. Il pianista e il percussionista hanno inoltre animato la serata di sabato nella bellissima Corte “dei sgabei”, avvalendosi di un contrabbassista d’eccezione, Massimo Scoca, partner in più sedute di registrazione e concerti, di Steve Copeland (ex-Police), che suona abitualmente con l’orchestra di Demo Morselli, ma anche con Dalla, Ruggeri e i grandssimi Bob Geldof, Dee Dee Bridgewater e Brian Adams. Scoca ha preso assoli di incredibile potenza ritmica col il basso elettrico, in particolare su Watermelon Man di Herbie Hancock, ma anche sui temi africani di Abdullah Ibrahim (al secolo Dollar Brand) pianista-stregone di Capetown, tenuto a battesimo da Duke Ellington. La versione di Hamba Kalé, Tintiiana e Africa Piano in una sorta di suite ideale è stata il momento davvero “magico” del trio Mo.Ga.Sco, formato appunto dalle iniziali dei suoi componenti.
Di grande intensità anche l’interpetazione dei temi dei Beatles fornita da Silvia Perlini nella corte dell’Adua, supportata da due bravissimi chitarristi. La cantante, che è corista nella formazione “Bossi” di Morbegno, è oggi una apprezzata interprete solista che non disdegna neppure le sperimentazioni più ardite e che sta facendo parlare di sé negli ambienti cantautorali di spessore. Per chiudere la rassegna dei musicisti, va dato merito a Lorenzo Baruffaldi, dalla sua “nicchia” nella corte del Portech, di aver mostrato le grandi doti della fisarmonica, promuovendo anche l’associazione valtellinese di cui è presidente, che promuove questo strumento. E’ stata notata anche la fugace, ma sempre apprezzata, partecipazione di Sergio Della Bosca, il “decano” dei fisarmonicisti sondriesi, un uomo che racchiude la storia della musica per questo strumento in città.