Pubblichiamo la didascalia dell’opera “segregato” di Franco Della Sale “Segregato”
Il titolo del quadro trova la propria origine in seno al complesso fenomeno dell’immigrazione, movimento eterogeneo di uomini e donne costretti dalla necessità a lasciare i propri cari, la propria terra e le proprie tradizioni culturali, spinti dalla speranza di trovare un sollievo alle sofferenze e di conseguire quel benessere che, nell’epoca della globalizzazione rappresenta il concetto di dignità. Purtroppo molti non riescono a realizzare questo sogno e precipitano in un vortice di solitudine ed emarginazione.
L’immagine del quadro rappresenta il segregato “l’emigrato” seduto su una sedia dove lo schienale è rivolto verso l’osservatore; la forma di questo simboleggia le sbarre di una cella, le mani intrecciate tra di loro e fra le sbarre non hanno la possibilità di toccare, di comunicare con il mondo esterno; la postura del corpo indica una chiusura in se stesso, la testa china sull’apice dello schienale non guarda il mondo perché le fa paura.
Un gesto caritatevole può risolvere un piccolo problema momentaneo, ma, certamente non aiuta l’integrazione dell’immigrato in una società abbietta e priva di valori morali. Basta poco, molto poco: cioè l’accettazione dell’altro.
Consapevole che il problema dell’immigrazione ha attraversato tutta la storia dell’uomo, non credo che l’essere umano e altri esseri viventi meritino di essere violentati nella loro bellezza di vivere.
La composizione è stata eseguita ad olio su tela rappresentando il mio tempo….2010.
Franco Della Sale
Se qualcuno notasse la mancanza della foto dell’opera a concorso per favore me lo segnali
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Pubblichiamo la didascalia dell’opera “segregato” di Franco Della Sale
“Segregato”
Il titolo del quadro trova la propria origine in seno al complesso fenomeno dell’immigrazione, movimento eterogeneo di uomini e donne costretti dalla necessità a lasciare i propri cari, la propria terra e le proprie tradizioni culturali, spinti dalla speranza di trovare un sollievo alle sofferenze e di conseguire quel benessere che, nell’epoca della globalizzazione rappresenta il concetto di dignità. Purtroppo molti non riescono a realizzare questo sogno e precipitano in un vortice di solitudine ed emarginazione.
L’immagine del quadro rappresenta il segregato “l’emigrato” seduto su una sedia dove lo schienale è rivolto verso l’osservatore; la forma di questo simboleggia le sbarre di una cella, le mani intrecciate tra di loro e fra le sbarre non hanno la possibilità di toccare, di comunicare con il mondo esterno; la postura del corpo indica una chiusura in se stesso, la testa china sull’apice dello schienale non guarda il mondo perché le fa paura.
Un gesto caritatevole può risolvere un piccolo problema momentaneo, ma, certamente non aiuta l’integrazione dell’immigrato in una società abbietta e priva di valori morali. Basta poco, molto poco: cioè l’accettazione dell’altro.
Consapevole che il problema dell’immigrazione ha attraversato tutta la storia dell’uomo, non credo che l’essere umano e altri esseri viventi meritino di essere violentati nella loro bellezza di vivere.
La composizione è stata eseguita ad olio su tela rappresentando il mio tempo….2010.
Franco Della Sale
Se qualcuno notasse la mancanza della foto dell’opera a concorso per favore me lo segnali