Che cos’è

Cosa significa ScarpatettiArte e cosa si è proposto in questi anni.
ScarpatettiArte è un “Manifesto” nato dalla tenace volontà di pochi ardimentosi che credevano possibile, e credono tutt’ora, creare vivibilità e visibilità culturale in un angolo di città bellissimo e poco conosciuto dagli stessi sondriesi.
Scarpatetti e Arte, una simbiosi perfetta in un luogo unico, carico di fascino, suggestioni e atmosfere, altrove purtroppo irrimediabilmente scomparse.
Portato avanti, con fatica e sacrificio, il progetto ha fatto i conti con un grande scetticismo, tante pacche sulle spalle e molto poco di economicamente concreto (vanno però citati con gratitudine quanti ci hanno dato fiducia e i pochi sponsor).
Pare perciò miracoloso esser qui a dar vita nuovamente a questa manifestazione, che impegna chi organizza a cercare il giusto equilibrio di qualità e partecipazione per un evento che – non è da scordare – si svolge “en plein air” con tutti i risvolti che questo comporta. Per ottenere equilibrio e qualità è necessaria, anzi indispensabile, la collaborazione di artisti e amministratori e di quanti hanno a cuore la cultura, non solo quella paludata, quella “con il vestito buono”!
Tutto ciò che crea cultura – anche e soprattutto dal basso in modo genuino e disinteressato – merita rispetto e valorizzazione… crediamo anche ScarpatettiArte.

Mosè

Mosè Bartesaghi sulle scale della sua casa a Scarpatetti
Mosè Bartesaghi sulle scale della sua casa a Scarpatetti

L’ho conosciuto a Scarpatetti, mitico rione di Sondrio, dove ci si amava e ci si odiava come in una grande famiglia dal grande respiro, dove la legge della solidarietà guidava un po’ tutti, grandi e piccini dove i ragazzi erano orgogliosi di essere segnati come quelli di “Scarpatecc” sempre pronti a farla a sassate con quelli di Gombaro o del Piazzo ma anche capaci di gesti di generosità e di fedeltà alle persone, al lavoro alla natura alla giustizia valori non facili da trovare altrove.
Un rione fatto di memorie dal sapore antico come le montagne, come la polenta taragna, il vino “inferno”, il salame del “por ciun”. La prima volta che l’ho incontrato era seduto fuori di casa con un mandolino in mano, poi l’ho visto in bicicletta, dalle parti di Colda, mentre a piedi con i ragazzi dell’oratorio salivo verso Carnale, a quei tempi luogo per pochi intimi. Contemplare le foto di Mosè Bartesaghi vuol dire riscoprire radici antiche…nelle sue fotografie trovi la sua voglia di vivere il cuore incantato della sua Scarpatetti, ora ritratta poeticamente come paesaggio, come luogo d’incontro di feste religiose e laiche, ora come dolce memoria delle sue persone, giovani e antiche che siano, operai del Fossati o contadine abituate a lavorare a ritmi delle stagioni, bruciate dal sole o imbiancate dal freddo inverno..Mosè Bartesaghi è un vero artista: se non è stato lui ad abitare l’arte, è l’arte che lo ha abitato. Forse con quel nome di “profeta” che si porta dietro da sempre, temeva che qualcuno prima o poi questo mondo antico lo avrebbe rovinato o deturpato o banalizzato, così ce l’ha voluto salvare dalle “acque” dei “vandali moderni” che cancellando o tenendo in poco conto le memorie cancellano il loro passato, vietandosi il futuro.

Don Vittorio Chiari, presentazione del catalogo di fotografie ”Mosè Bartesaghi. Una vita di fotografie” a cura di Antonio Boscacci, 1994 Leggi tutto “Mosè”