Alla Periferia del boom

Incisione di Sandro Colombera
Incisione di Sandro Colombera

“La zona di Scarpatetti c’ha il suo fascino. Se la guardi dall’alto è un bel tappeto grigio, di piode che coprono abbaini e mansardine, e sotto il grigio c’è il maròn delle travi di legno, che stanno (si è portati a pensare) su camere da letto contenenti bei lettoni alti e molleggiati, di quelli su cui i bambini possono ancora saltare ridendo, e te li immagini così, dentro vestaglie bianche alla caviglia, che urlano, e mostrano i bei dentini con gli spazi tra gli incisivi.
Se attraversi Scarpatetti hai i due muraglioni delle case di pietra, ai lati della strada che sale lentamente, e ti accompagnano le macchie rosse dei geranei e le madonne disegnate, in quel tuttosasso un po’ umido, forse un po’ buio. Lo capisci che sei al nord dai profumi, perché un posto così lo puoi trovare anche nelle zone vecchie di tante altre città dello stivalone, ma inspirando fiuteresti gli odori del pomodoro, dell’aglio, delle olive, mentre qui le viuzze sanno di vino rosso e segatura.
Poi ci sono i suoni, i rumori.
Pochi.
Dentro la città riservata, il quartiere di Scarpatetti è una rocca di finestre chiuse e tapparelle abbassate, veneziane serrate.
All’ora di pranzo, se è bel tempo, attraverso gli spifferi arriva la musica delle fisarmoniche che esce dalle radio accese, o il notiziario regionale con gli auguri ai nonni, e salendo verso il Masegra si può sentire distintamente il cinguettare dei canarini nelle gabbie, il battere delle posate contro la ceramica dei piatti, il dialogo denutrito intorno ai tavoli. […]”

Capitolo Primo di “Alla Periferia del boom”, Aldo Zecca, 2006